"Credo in questa indagine ci siano state delle palesi violazioni della legge europea, mancano del tutto la presunzione di innocenza e l’imparzialità dei magistrati". Così l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili rompe il silenzio sulle sue vicende giudiziarie legate al Qatargate in un'intervista che andrà in onda lunedì 15 gennaio a Quarta Repubblica, il talk show condotto da Nicola Porro in prima serata su Retequattro.
Accusata dalla procura di Bruxelles con Antonio Panzeri e altri di essere al centro di una presunta corruzione da parte del Qatar, ha trascorso 6 mesi di detenzione tra carcere e arresti domiciliari. Indagato anche il compagno Francesco Giorgi.
Nell'intervista, Kaili dichiara: "Sono emersi legami dei giudici con la massoneria, conflitti di interesse, non ci sono state le garanzie che esistono in Italia. Qui c’è stata e c’è solo la presunzione di colpevolezza. Dimostrerò la mia innocenza, non ci sono prove delle accuse che mi rivolgono. Hanno usato me per creare un caso politico".
"Ci sono delle persone, connesse al conflitto di interesse per cui si è ritirato il giudice istruttore Michel Claise, che non sono state coinvolte in questa indagine, né arrestate né interrogate. Chiediamoci per quale motivo", spiega tirando in ballo il nome della europarlamentare Maria Arena, non coinvolta nell’indagine. Il figlio di Arena era emerso essere socio in affari con il figlio del magistrato Claise, motivo per cui si è ritirato dalle indagini.
Sul carcere preventivo spiega: "È inaccettabile che tali violazioni dei diritti accadano nel cuore dell’Europa. Ho chiesto di essere sentita al Parlamento europeo, ma questo non è ancora accaduto. Credo che sia giusto che i cittadini sappiano cosa è accaduto prima delle elezioni europee, prima di andare a votare".
Sull’accordo di pentimento firmato da Antonio Panzeri, Kaili accusa: "Da quel momento ha iniziato a mentire facendo anche il mio nome. Panzeri ha accettato l'accordo in cambio della liberazione della moglie e della figlia. Sia nel suo caso che nel mio le nostre famiglie sono state usate contro di noi. Per farmi pressione i primi giorni mi hanno detto che mi figlia sarebbe stata affidata ai servizi sociali. Per portarmi a confessare qualcosa che non ho commesso".
Sull’ex giudice istruttore Claise che si candida alle elezioni in Belgio chiara: "Penso che di fronte a tutto questo, a un magistrato che ha dimostrato di avere delle ambizioni politiche, che si è dovuto ritirare per un conflitto di interesse e che ha condotto tutto il caso in questo modo, si debbano sollevare in tutti i cittadini delle serie domande su tutta l’inchiesta Qatargate".
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