
“È dall'ironia che comincia la libertà”, diceva Victor Hugo. Anche quella di creare opere d’arte, verrebbe da dire guardando la mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, fino al 7 settembre 2025 al Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Dunque, l’arte è una cosa seria? E l’ironia ci salverà? La dimensione ironica carica di potere immaginativo di Bruno Munari, l’irriverenza di Piero Manzoni, la vertigine del paradosso di Gino De Dominicis. L’ironia si intreccia con la sfera politica con Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, la sfida agli stereotipi femminili di Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio, la sperimentazione linguistica del nonsense di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. Con Maurizio Cattelan, Paola Pivi e Francesco Vezzoli l’accostamento contraddittorio tra soggetti e situazioni sfrutta l’ironia per svelare le incongruenze del presente, mentre Chiara Fumai e Italo Zuffi smascherano le regole non scritte del sistema dell’arte. E poi ancora il duo artistico Eva & Franco Mattes che, attingendo al linguaggio dei meme diffusi in modo massivo sul web, rivelano una forma umoristica che caratterizza oggi la rete.

L’ironia dal passato a fino ai giorni nostri
L’esposizione, pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, racconta la storia dell’arte italiana tramite il tema dell’ironia dagli anni ’50 a oggi e lo fa con più di 100 opere e documenti d'archivio di oltre 70 artisti.
Già nel mondo antico con Socrate, l’ironia è “l’arte di fare domande”: uno strumento unico, che permette all’essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni. Tramite giochi umoristici, parodie e battute di spirito l’ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l’essere umano da ciò che lo affligge.
I legami con la moda
Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama infatti l'apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l’intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco. E che, fuori dai musei, conquista da sempre anche il fashion. Del resto, moda e arte sono legate in modo indissolubile, come due amanti che si corteggiano. Il ricorso all’ironia lo inaugura Elsa Schiaparelli negli anni ’20: le sue tecniche inedite, come il trompe-l’oeil provocarono sorpresa e ambiguità. Poi pensiamo a Franco Moschino, con la sua irriverenza, a Vivienne Westwood, dissacrante o a l’enfant terrible della moda Jean-Paul Gaultier.
15 aprile 2025