Donatella Versace, Tom Ford, Dries Van Noten, Alberta Ferretti e Miuccia Prada che, eletto come suo erede Raf Simons con il quale collabora dal 2020, si starebbe preparando a uscire di scena…

Sono sempre di più gli altisonanti nomi del fashion che abbandonano (o si preparano a farlo) la direzione della propria maison portando a un ricambio generazionale di massa mai verificatosi prima d’ora.
Un cambio che si aggiunge allo scottante “giro di poltrone” alla regia dei marchi del pret-à-porter che nell’ultimo biennio ha appassionato i frequentatori del settore e non solo.

Ma cosa sta davvero succedendo nel mondo della moda?
Il forte aumento dei prezzi nel settore del lusso, il contesto di incertezza geopolitica, l’instabilità dei mercati e il cambiamento dei gusti dei consumatori cinesi che si sono spostati verso altri settori, sono i principali fattori che hanno determinato una crisi senza precedenti.
Ad acuire una situazione finanziaria già di per sé complicata, vi è anche una profonda crisi creativa che ha portato i brand a rifugiarsi nella nostalgia, spulciare negli archivi per rispolverare quel passato che li ha fatti splendere senza presentare realmente nulla di nuovo.
Così, benché l’incedere dei tour delle Fashion Week continui senza sosta e senza deviazioni dal sensazionalismo che le contraddistingue, la realtà quotidiana racconta ben altro.
A farne le spese i direttori creativi che oggi sono il volto di un brand e ne determinano la visione, la community e il successo.
Questo è il motivo per cui dal 23 novembre 2022, data in cui con un inchino Alessandro Michele annunciava la sua dipartita da Gucci, abbiamo assistito nel mondo della moda a un turnover “da calciomercato” che sta lasciando i grandi gruppi del lusso sempre più col fiato sospeso.
Un giro di poltrone che ha fatto sì che Adrian Appiolaza prendesse le redini di Moschino dopo la scomparsa dell’erede di Jeremy Scott, Davide Renne; Pierpaolo Piccioli salutasse Valentino a favore di Alessandro Michele; Kim Jones si lasciasse alle spalle l’esperienza in Dior Men e John Galliano quella in Maison Margiela.
Proprio quando gli applauditi debutti a Parigi di Sarah Burton in Givenchy e Julian Klausner in Dries Van Noten facevano tirare a tutti un sospiro di sollievo, da Versace è arrivato un altro annuncio tombale: il congedo di Donatella, un’icona prima che una stilista, a favore di Dario Vitale.
E, come se non bastasse, in casa Gucci (il cui ultimo direttore creativo Sabato de Sarno è durato appena un biennio), l’annuncio dell’arrivo di Demna Gvasalia (ex Balenciaga) ha fatto sprofondare in borsa i titoli di Kering.
Quale strategia si nasconda dietro a tanta frenesia e confusione non è dato saperlo, una cosa è certa: la moda oggi non può più prescindere dalla comunicazione e chi fa scalpore, di solito, fa anche rumore e, pertanto, notizia.
24 marzo 2025