Mostre temporanee, eventi, e una parte delle collezioni del Centre Pompidou in trasferta: il Grand Palais torna a essere un punto nevralgico della scena culturale parigina. Dopo quattro anni di lavori, il pubblico può finalmente accedere agli spazi rinnovati, pensati per accogliere esperienze artistiche e culturali all’altezza del luogo.

Accanto alle gallerie espositive, la visita si arricchisce con due nuove mete gastronomiche: il Réséda Café, firmato dallo chef stellato Thierry Marx, e la brasserie Le Grand Café con interni progettati da Joseph Dirand, affacciata sui giardini degli Champs-Élysées.
Il Grand Palais: un monumento della modernità laica
Inaugurato nel 1900 per l’Esposizione Universale, il Grand Palais è un manifesto architettonico della Belle Époque. Progettato da Henri Deglane, Albert Louvet, Albert Thomas e Charles Girault, mescola monumentalità Beaux-Arts e materiali all’avanguardia come vetro e acciaio. Una cattedrale laica della modernità, pensata per celebrare arte, scienza e spirito d’innovazione.

Il restauro: chiarezza, accessibilità, identità
Nel tempo, il Grand Palais era diventato un organismo complesso e frammentato, compromesso da interventi stratificati. Lo studio Chatillon Architectes ha guidato un restauro filologico e ambizioso, basandosi su oltre 3.000 disegni d’archivio per restituire coerenza, luminosità e piena accessibilità, senza snaturarne l’anima originaria. «Non volevamo reinventarlo, ma svelarne l’identità», spiega François Chatillon.
L’intervento ha combinato artigianato e tecnologie d’avanguardia: sono stati ripristinati 150 finestroni monumentali, restaurate oltre 1.000 statue e bassorilievi, e aperte nuove finestre alte fino a sei metri. Le gallerie tornano alle proporzioni originali, mentre le partizioni moderne sono state eliminate per recuperare scorci storici perduti, come quello tra la Navata e il Palais de la Découverte, occluso dal 1937.
Un nuovo cuore urbano tra architettura e natura
Culmine del progetto, la riapertura dell’asse storico che collega Square Jean Perrin alla Senna ha dato vita a una nuova Place Centrale, pensata come spazio di accoglienza e incontro. Il paesaggio esterno è stato ridisegnato con oltre 60.000 piante di 250 specie diverse, irrigate da un sistema che recupera l’acqua piovana dai tetti del palazzo: un segno concreto di sostenibilità ambientale nel cuore della capitale.