Si intitola “Robert Mapplethorpe. Le forme del classico”, la mostra allestita alle Stanze della Fotografia di Venezia fino al 6 gennaio 2026. Rende omaggio uno dei fotografi più iconici, raffinati e controversi del Novecento, associato principalmente alle foto di nudi maschili - uomini di colore in grande maggioranza - al sesso e ai giochi erotici. In realtà, nel talento e nella produzione di questo artista controverso c’è sempre stato molto di più: un’eleganza formale e un'anima scultorea tutte da riscoprire.

“Robert Mapplethorpe. Le forme del classico” raccoglie oltre 200 opere, alcune delle quali esposte per la prima volta in Italia. Come sottolinea il curatore Denis Curti, l’esposizione evidenzia il modo in cui il fotografo reinterpreta l’estetica classica per esplorare temi come desiderio, identità, genere e sensualità, con un linguaggio visionario.
Il percorso della mostra apre con i primissimi collage e ready-made degli Anni 60 e prosegue con i ritratti dell’amata Patti Smith, compagna e musa, poi la body builder Lisa Lyon e celebs come Andy Warhol, Isabella Rossellini, Susan Sontag, Richard Gere, Glenn Close e Yoko Ono.

L’allestimento approfondisce il dialogo tra fotografia contemporanea e classicismo, mettendo in relazione la plasticità dei corpi ritratti da Mapplethorpe con la statuaria antica: i nudi, i ritratti iconici e i fiori come calle, tulipani e orchidee ripresi nel momento esatto in cui sembrano trasformarsi in muscoli pulsanti.

L’esposizione include anche oggetti vintage e documenti d’archivio della Fondazione Mapplethorpe: lettere personali, dischi, manifesti, edizioni rare e due cortometraggi firmati dallo stesso artista.
Concepita come il primo capitolo di un’inedita trilogia espositiva sulla produzione artistica di Mapplethorpe, la rassegna veneziana sarà seguita nel 2026 da altre due retrospettive a Palazzo Reale di Milano e al Museo dell’Ara Pacis di Roma, dedicate rispettivamente a Le forme del desiderio e a Le forme della bellezza.
27 aprile 2025