Autenticità, resistenza e, soprattutto, sfida alle convenzioni: con queste premesse nasce spontaneamente il rap mentre gli Anni 70 stanno volgendo al termine.
Nelle zone periferiche del Bronx, di Harlem e del Queens - i quartieri-ghetto delle minoranze etniche americane - suona una musica nuova fatta di rime di protesta che raccontano le vite di una comunità ai margini, segnata dalla povertà e dalla voglia di riscatto nei confronti di un sistema corrotto.
Tra gli elementi che caratterizzano questa community vi è anche un certo modo di vestire che si contrappone nettamente alle uniformi quotidiane e formali della classe medio-borghese.

Qualche decennio più tardi, gli eredi di quei rapper con i loro cappellini da baseball, gli anelli multifingers, le catene dorate e gli abiti esageratamente oversize, sono gli ambasciatori di un fenomeno profondamente radicato nel nostro lifestyle tanto da aver abbattuto le barriere tra il lusso e la cultura popolare.
Quando i Rapper diventano icone di stile globali
A segnare l’ingresso della cultura rap nel fashion system è il designer afroamericano Dapper Dan che, nel 1982, nel cuore di Harlem, apre una boutique dove, appropriandosi dei monogram dei brand più celebri al mondo, mette insieme una primissima collezione ispirata alla strada, all’hip hop e al rap.

Con l’avvento degli Anni 90 il mondo del rap si apre anche ad altre etnie, ad altre storie da raccontare e, complice il successo di Eminem, il primo “bianco a rappare”, comincia a strizzare l’occhio ai brand di sportswear e workwear abbracciando la cultura mainstream.
Agli inizi del nuovo millennio la moda e il rap vanno così d’accordo che, tra i tanti artisti che nel decennio precedente avevano fondato un proprio brand, ne emerge uno pronto a rivoluzionare il sistema.
Stiamo parlando di Kanye West che, non solo collabora attivamente con i giganti del lusso come Louis Vuitton, ma porta al successo planetario anche il proprio marchio, Yeezy.
La celebrità di Atlanta non è il solo a far parlare di sé nel patinato fashion business.
Basti pensare alla collaborazione tra Travis Scott e Nike che ha dato vita a sneaker diventate oggi un vero e proprio oggetto di culto, o all’incoronazione di A$AP Rocky quale Cultural Innovator agli scorsi British Fashion Award.
I rapper e la moda in Italia
La tendenza nata Oltreoceano ha raggiunto anche il nostro Paese, non solo radunando in front row le figure più eclettiche di questo panorama musicale, ma anche grazie alla nascita di label caratterizzanti di un certo stile di vita.
Come il brand Propaganda Clothing fondato a Roma nel 2006 dal rapper Noyz Narcos che deve il suo successo all'ormai iconico Snake logo disegnato dall’artista romano Scarful. O il marchio di streetwear Doomsday Society fondato del rapper sardo Salmo e dall'illustratore e tatuatore Francesco Liori, meglio (conosciuto come Fr3nk).
Volutamente provocatori e anticonformisti, sono l’ennesimo omaggio alla cultura della strada che, anche in Italia, entra senza chiedere permesso nel mondo della moda.
22 aprile 2025