“Onore ed eccitazione”. Non è mai facile prendere il posto del maestro. Ma il debutto dell’allievo Julian Klausner all’Opèra Garnier nella settimana del prêt-à-porter parigino al posto di Dries Van Noten merita e riceve applausi. È un lavoro di grande rispetto, ma con personalità.

La sfilata fw ‘25-’26 di Dries Van Noten rende onore alla poesia del fondatore, ma lascia il posto a un’eleganza più teatrale e aristocratica. Si vedono abiti tutti una piccola nappa, quelli di frange di seta, i cappotti maschili impreziositi di gioielli e le vesti di seta scivolate in stampe cravatteria.
“La collezione è stata creata pensando al luogo, alle storie che queste pareti potrebbero raccontare e all’energia di un altro tempo che riempie l’aria”, spiega il designer contestualizzando il suo defilé all’Opèra. Lui, che si è innamorato dei vestiti fin da bambino, guardando gli abiti dei genitori, e che ora vede realizzare il suo sogno: essere un direttore creativo. “Una cintura stretta, un cappotto pesante o una sciarpa avvolta in un certo modo potevano creare un personaggio, lasciando correre la mia immaginazione”, ricorda dall’infanzia. Un racconto, il suo, che ora prende forma in passerella.
Sfilano abiti flou fatti di annodature, sovrapposizioni e innesti di tessuti e colori. L’attenzione ai dettagli è massima. Cinture corsetto mettono in evidenza la vita. Lacci di scarpe decorano il fronte dei cappotti o escono come un vezzo dalle maniche.
Gli elementi tipici dell’opera sono forti e chiari: velluti lussureggianti, tappeti jacquard e le nappe per tende, oltre a decorare, diventano essi stessi struttura portante dell’abito. E poi ci sono i vestiti drappeggiati, che esplodono in fiocchi scenografici. Che dire, gli anni trascorsi da Julian Klausner nell’ufficio stile della maison di Puig accanto al fondatore hanno lasciato un segno. E qui, ora, si celebra il dialogo tra passato e futuro.
06 marzo 2025