
La Design Week 2025 si conferma il palcoscenico ideale per esplorare le molteplici sfaccettature della creatività, con Alcova che, ancora una volta, si afferma come punto di riferimento in questa celebrazione del design. Dopo il successo del 2024, Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi restano scenari d’eccezione, ma quest’anno l’evento si amplia, includendo anche l’ex fabbrica SNIA e le serre di Pasino: luoghi sospesi tra archeologia industriale e natura in riconquista. Spazi abbandonati, oggi rigenerati, che diventano fucine di visioni inedite, che noi di X Style abbiamo visitato e che vi racconteremo.
Ma cominciamo a entrare a Villa Bagatti Valsecchi, con la sua elegante struttura settecentesca e le sue tracce del passato ancora visibili, che si trasforma in una tela perfetta su cui installazioni e opere si intrecciano armoniosamente con il contesto architettonico, grazie al lavoro di designer affermati e giovani talenti. La varietà delle proposte, dalla sperimentazione alla pura raffinatezza estetica, dà vita a un’esperienza immersiva, lontana dagli schemi convenzionali degli showroom milanesi.
Voluta dai fratelli Bagatti Valsecchi - gli stessi del celebre museo rinascimentale in via Santo Spirito, nel cuore di Milano - la residenza nacque come rifugio estivo. Un luogo sospeso nel tempo, dove convivono stili neo-barocchi e neo-rinascimentali, incorniciati da un vasto parco. Oggi, tra il cortile, i piani nobili della villa e il grande giardino la fantasia prende quota.
Si comincia dalla piccola sala dell’ex guardiola, subito all’ingresso, dove un imponente camino d’epoca fa da sfondo alla collezione post-romantica di Jirah. Poco più in là, nella corte, davanti alle colonne originali dell’antico lazzaretto di Milano - trasportate qui due secoli fa - si staglia l’installazione in pietra brasiliana di Leo Lague + Maqstone. Appena entrati ci accoglie un grande specchio a soffitto che dilata lo spazio dando l’impressione che i pezzi in legno e tessuto della serie Anachron fluttuino nel vuoto.
Le sale ospitano racconti di culture e visioni: come le donne che tessono nella mostra Guatemala Diseña con las manos, testimonianza viva di saperi antichi e gesti tramandati. Basta aprire una porta per imbattersi nel tappeto Mars, disegnato dallo Studio Fuksas per Nodus, che troneggia a parete davanti agli specchi Atrio, firmati da Giuseppe Arezzi per EXTO mentre poco più in là le sculture luminescenti di Sfossils creano affascinanti contrasti sulle vecchie scale, dove l'intonaco scrostato racconta il passare del tempo. Nei sotterranei un tocco di poesia: Ubique, l’installazione di Hiroto Yoshizoe, esplora i fenomeni invisibili, fondendo materia, luce e movimento in un equilibrio in continua mutazione.
Una breve passeggiata conduce alla seconda villa: la residenza appartenuta a Osvaldo Borsani, designer e industriale fondatore di Tecno. Un luogo che, ogni anno, rivela mondi nascosti e richiama una folla crescente di visitatori.
Per accedervi, è necessario prenotare un biglietto con slot orario sul sito di Alcova (al costo di 25 euro), che garantisce l’ingresso prioritario anche alle altre location. In questo spazio, dove modernismo e sperimentazione convivono, brillano le ceramiche di Faye Toogood per Noritake, l’installazione luminosa di Objects of Common Interest per THE BREEDER, e la nuova collezione di gioielli di Completedworks.
Nella sala del camino, le creature dell’Atelier dell’Errore intrecciano arte e neuropsichiatria infantile, mentre nel giardino i vasi di Monstruosus x Michael Anastassiades reimmaginano l’urna greca in chiave contemporanea.