
Oggi Dior ha aperto un nuovo capitolo sotto la direzione di Jonathan Anderson, con un défilé raffinato, carico di riferimenti artistici.
La collezione SS 2026 è un mix di eleganza destrutturata, high-end tailoring e presenza digitale: un avvio potente, che segna la nuova rotta creativa della Maison.
L’arrivo di Anderson, già acclamato per il suo lavoro su Loewe e per la sua visione libera e sperimentale attraverso il marchio JW Anderson, segna una svolta per Dior. Dopo l’uscita di Kim Jones, che aveva dato nuova forma ai codici sartoriali della Maison con rigore e modernità, ora il testimone passa a un designer che ha fatto del dialogo tra arte, artigianalità e fluidità la propria cifra stilistica.
Anderson ha disseminato richiami visivi nella scenografia e nei teaser: fotografie di Warhol con Lee Radziwill e Jean‑Michel Basquiat, borse “Book Tote” con i titoli di Dracula e Les Liaisons Dangereuses.
La collezione
I capi combinano tailoring destrutturato, tessuti tecnici e accessori couture. Prevalgono volumi fluidi, spalle morbide e tagli asimmetrici.
A dominare la scena, giacche che sembrano uniformi chic con bottoni gioiello.

Compaiono pattern grafici: logo allungato, trame optical e dettagli come coulisse e zip.
Pantaloni cargo corti al ginocchio con silouette morbide e fluttuanti, cravatte rigate, pullover lavorati a treccia dai toni pastello rosa e azzurro.
La palette: toni neutri: rosa, beige, verde militare e toni terrosi. Dominano la scena i maxi papillon in denim e seta bianca e nera.
Il front row pullulava di celebs: da Rihanna con il compagno ASAP Rocky a Sabrina Carpenter e Robert Pattinson.
E' stato proprio Anderson a chiamare a raccolta non soltanto una serie di amici del brand, tra cui Beatrice Borromeo, ma anche altri grandi nomi del mondo della moda come Donatella Versace e Pharrell, da Pierpaolo Piccioli a Stefano Pilati.
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