Una ricca collezione di opere raccolte e valorizzate da una delle coppie più influenti del panorama intellettuale italiano del XX secolo. L’esibizione “Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti” è il racconto di un’unione artistica oltre che sentimentale: un legame, quello tra Roberto Longhi, storico e critico d’arte, e Anna Banti, scrittrice e, a sua volta, critica d’arte che ha lasciato una straordinaria eredità artistica.

La riscoperta di Caravaggio
L’esposizione celebra il ruolo fondamentale che Longhi e Banti ebbero per la riscoperta di Caravaggio e, più in generale, del Seicento italiano. La mostra che Longhi dedicò a Caravaggio nel 1951 a Palazzo Reale di Milano riportò di fatto l’attenzione internazionale sul pittore che era stato per lungo tempo dimenticato.

Nelle 12 sezioni in cui è suddivisa la mostra vengono ripercorse tutte le relazioni avute con importanti artisti e personaggi del Novecento attraverso una collezione composta da 40 dipinti e documenti d’archivio. Appaiono tra questi nomi di scrittori quali Giuseppe Ungaretti, Giorgio Bassani, Vasco Pratolini, Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, fino ad artisti del calibro di Filippo de Pisis, Renato Guttuso e Scipione. Tra i capolavori esposti spicca il “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio, insieme a una preziosa raccolta di 10 opere di Giorgio Morandi, donate personalmente dall’artista bolognese. È possibile, inoltre, assistere a due documentari realizzati da Longhi dedicati a Carpaccio e Carlo Carrà.

Longhi e Banti, un sodalizio intellettuale e spirituale
Roberto Longhi e Anna Banti si conoscono per la prima volta nel 1914 al Liceo classico Tasso di Roma, istituto in cui lui insegnava e che lei frequentava come studentessa. Longhi si era da poco laureato con una tesi sul Caravaggio, pittore di cui all’epoca non si riconosceva ancora bene l’importanza. In quegli stessi anni iniziava a collaborare con Adolfo Venturi per la rivista “L’Arte”, facendosi un nome nell’ambito artistico. Anna Banti (nom de plume per Lucia Lopresti) proseguiva invece i suoi studi laureandosi in Lettere con relatore lo stesso Adolfo Venturi e appassionandosi parallelamente sempre di più alla scrittura: uno dei suoi primi saggi venne pubblicato proprio sulla rivista di Venturi. Dieci anni dopo il loro primo incontro, Longhi e Banti si sposano, sancendo oltre al sodalizio intellettuale, una vera unione spirituale. Arriveranno nel 1950 a dare vita alla propria rivista artistico-letteraria “Paragone", portando avanti il loro impegno nella divulgazione dell’arte.
La mostra, frutto della collaborazione tra la Fondazione CR Firenze e la Fondazione Roberto Longhi è visitabile a Firenze, Villa Bardini fino al 20 luglio. Un’occasione da non perdere per ripercorrere all'interno di uno dei luoghi che furono fucina intellettuale, un pezzo di storia del Secolo Breve.
10 aprile 2025