La storia dei tattoo si perde nei meandri del tempo...tanto che gli archeologi hanno datato la comparsa di questo mezzo di comunicazione su pelle fin dall’Antico Egitto e, studiando la loro affascinante evoluzione, viene da chiedersi: quando sono diventati art-work da sfoggiare in passerella e sulle copertine dei magazines?
Da simbolo di tribù ai margini, a protagonista del jet set
L’incontro della moda con il mondo del tattoo risale all’inizio degli anni ’70 quando il movimento punk comincia ad utilizzare l’inchiostro sulla pelle come atto di sfida contro la società conservatrice.
Le tribù urbane, come i motociclisti e i rocker, iniziano a sfoggiare i tatuaggi come simbolo di appartenenza e di rifiuto delle norme.
Ed è proprio in questo contesto che Issey Miyake per l’autunno/inverno del 1971 a New York porta in passerella una collezione rivoluzionaria, segnando il debutto delle tecniche tradizionali del tatuaggio orientale sugli abiti.
Benché la trovata dello stilista giapponese segni una svolta decisiva nel fashion system, la società è tuttavia ancorata all’idea che il tatuaggio simboleggi qualcosa di negativo.

Bisognerà aspettare gli Anni '90 perché la pelle, non più vista come un elemento neutro, diventi protagonista degli outfit delle star e dell’estro creativo di designer di successo.
Basti pensare all’indimenticabile collezione “Le Tatouages” di Jean Paul Gaultier del 1994 o ai look, sempre iconici, di celebrities come Angelina Jolie e David Beckham.

Stasera 1° aprile a X-Style, su Canale 5 in seconda serata, l'intervista al tatuatore delle star, Penny Boy.
01 aprile 2025