Il giorno dopo l'udienza in cui è stata chiesta la condanna all'ergastolo per il 31enne Alessandro Impagnatiello, accusato dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano incinta di 7 mesi, Pomeriggio Cinque propone lo sfogo della sorella della vittima.
"Per i familiari di Giulia presenti in aula ieri, assistere al processo per il suo omicidio è stato come vederla morire una seconda volta", esordisce Chiara Tramontano sui social. "Le parole della difesa sono risuonate offensive e insensibili, definendo l'atroce atto compiuto dall'assassino come un "grave gesto" - come se si trattasse di un banale errore, una marachella, e non di un crimine efferato".
Quindi, la giovane ha proseguito: "La difesa ha affermato che, se l'assassino fosse stato un "vero stratega", avrebbe "buttato il corpo di Giulia, come se si stesse parlando di immondizia, senza alcun rispetto per il valore di una vita umana. Parole che offendono non solo la memoria della vittima, ma anche chi rimane.
Infine, la ragazza scrive: "La difesa ha chiesto la "giusta pena". Ma quale può essere la giusta pena per un essere così misero? Esiste davvero una pena adeguata per chi con tale brutalità, priva una persona della sua vita e una famiglia della propria pace?".
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12 novembre 2024