“Ho seguito un metodo clinico per il trattamento dei grandi traumi – l'EMDR – che mi ha salvato e mi ha fatto tornare a parlare e a sentire”. Così a Verissimo Michele Bravi racconta il percorso terapeutico dopo l’incidente in cui è rimasto coinvolto nel 2018 e in cui ha perso la vita una donna.
Ma che cos’è l’EMDR?
EMDR sta per "Eye Movement Desensitization and Reprocessing", ossia "Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari". Si tratta di un approccio psicoterapeutico ideato nel 1989 e usato per superare sia gravi eventi traumatici (come ad esempio terremoti, inondazioni), sia traumi personali come lutti o perdite di persone importanti.
Nello specifico, il terapeuta invita il paziente a rievocare delle esperienze negative, nel tentativo di farlo "abituare" (desensibilizzare) al ricordo traumatico, "distraendolo" nel contempo muovendo alcune dita davanti agli occhi, oppure tamburellando le dita sulle ginocchia o ancora attraverso una stimolazione sonora.
Lo scopo del trattamento è provare a ricostruire gli eventi vissuti, associare le diverse componenti (emotiva, sensoriale, motoria, cinestesica, cognitiva), assimilarle e permetterne l’integrazione nella narrazione autobiografica del paziente.
LA SCHEDA