A 4 mesi di distanza dall'annuncio della leucemia, Sinisa Mihajlovic torna a parlare pubblicamente della sua malattia, ora in fase remissiva, e del suo graduale ritorno alla normalità dopo il trapianto di midollo di un mese fa.
"Non mi sono mai sentito un eroe, sono un uomo. Questa malattia non si può vincere solo col coraggio ma con le cure. Serve pazienza per combattere questa malattia, è bastarda. Passare quattro mesi in una stanza senza prendere una boccata d'aria non è stato facile. Ho ancora paura, ma mi fa rigare dritto", dice il ct del Bologna visibilmente commosso in conferenza stampa.
"Più tempo passa e più riprendo le forze". Dopo aver ringraziato medici e infermieri, Mihajlovic riserva le parole più sentite per la famiglia: "Il ringraziamento più sentito va alla mia famiglia, a mio fratello, a mia madre, ai miei figli, a mia moglie. L'unica persona che forse ha più palle di me, la amo".
Una famiglia che l'ha sempre sostenuto. Poco dopo l'annuncio della malattia, le figlie di Sinisa, Viktorija e Virginia Mihajlovic, ospiti a Verissimo avevano sotttolineato proprio la forza e la detrminazione del padre: "Nostro papà è un guerriero e non si butta mai giù. Paradossalmente è lui che dà forza a noi. Ha superato tante battaglie nella sua vita, ha le spalle larghe".
E infatti Mihajlovic, davanti ai giocatori del Bologna entrati prima di lui per fargli una sorpresa, chiude la conferenza con speranza e ottimismo: "Quando sono uscito mia moglie ha postato una foto con una frase di Eros Ramazzotti, 'più bella cosa non c'è': è una cosa verissima. Oggi voglio usare un'altra frase, quella di Vasco Rossi. 'Io sono ancora qua', e lo sarò ancora".