La regina Elisabetta si è schierata con il figlio Carlo e il nipote William contro la Bbc, che si è rifiutata di far visionare loro il documentario The Princes and the Press (I principi e i media) - la cui prima parte è stata trasmessa dall'emittente britannica il 22 novembre - incentrato sui rapporti tra William, Harry e la stampa britannica.
La royal family, infatti, avrebbe dovuto approvare i contenuti del documentario prima della messa in onda, e da Buckingham Palace per la regina Elisabetta, Clarence House per il principe Carlo, e Kensington Palace per il principe William sono arrivate prima tre lettere di reclamo, e poi un comunicato ufficiale congiunto, che recita: "Il documentario si basa su una serie di esagerazioni e fatti non provati".
A corte non è stata gradita in primo luogo la decisione di affidare la conduzione del programma al giornalista Amol Rajan, che qualche tempo fa aveva definito "assurdi" la monarchia britannica e i titoli ereditari, mentre gli assistenti della regina Elisabetta hanno contestato il fatto che, nel trattare la Megxit, il documentario si sia servito dell'apporto di royal watcher controversi quali Omid Scobie, "biografo ufficiale dei duchi di Sussex", e di Dan Wootton, autore di numerosi articoli sul Daily Mail, nei quali ha spesso criticato Meghan.
Meghan Markle - che di recente aveva chiesto scusa per aver rilasciato delle dichiarazioni fuorvianti davanti alla corte britannica in merito al processo contro i tabloid, in cui la duchessa aveva ottenuto una prima vittoria nella sua causa per violazione della privacy - qualche tempo prima aveva negato di aver collaborato alla stesura di Finding Freedom, la biografia sui duchi di Sussex, firmata proprio da Omid Scobie, con Carolyn Durand.
La duchessa di Sussex, intimorita dalle accuse di bullismo ricevute da alcuni membri del suo ex staff a Kensington Palace - a seguito delle quali era stata avviata un'indagine di palazzo - citate più volte nel corso del documentario, ha chiesto alla sua legale Jenny Afia di partecipare al progetto per difenderla proprio da queste accuse. Jason Knauf, ex segretario alle comunicazioni di Meghan e Harry, infatti, sosteneva che la duchessa avesse allontanato due assistenti personali e minato la fiducia di un terzo membro dello staff di palazzo, costringendoli ad abbandonare i loro incarichi: "Due membri senior dello staff hanno affermato di essere stati vittime di bullismo da parte della duchessa e un terzo membro ha riferito di aver subito crudeltà emotiva e manipolazione", aveva detto Knauf lo scorso marzo.
La presa di posizione della royal family, che ha giudicato con estrema severità il progetto televisivo - la cui seconda parte verrà trasmessa il 29 novembre - dovrebbe essere dovuta anche al fatto che nel documentario verrebbe raccontata anche la presunta delusione della sovrana per la decisione del principe Harry di allontanarsi da Londra e di rinunciare con la moglie Meghan ai loro ruoli di membri "senior" della famiglia reale per crearsi una nuova vita negli Stati Uniti d'America.
I rapporti tra la royal family e la Bbc - il cui documentario promette inoltre di evidenziare gli screzi tra i due fratelli e i loro tentativi di screditarsi a vicenda - non erano così tesi dalla storica intervista concessa dalla madre Diana nel 1995 al programma Panorama dell'emittente britannica, nella quale la principessa aveva rilasciato clamorose rivelazioni sulla sua crisi matrimoniale con il principe Carlo.
Lo scorso maggio un'inchiesta condotta dal giudice John Anthony Dyson aveva stabilito che quell'intervista era stata "frutto di un inganno" ordito ai danni di Lady Diana dal giornalista Martin Bashir, che qualche tempo prima si era dimesso dai suoi incarichi "per motivi di salute".
William e Harry, a seguito dell'ammissione di colpa della Bbc in merito all'intervista, avevano rilasciato forti dichiarazioni sulla vicenda.
Il principe William, con un inedito discorso alla stampa, parlando della madre, aveva dichiarato: "È positivo che la Bbc accetti in pieno le scoperte di Lord Dyson, estremamente preoccupanti, che sostengono che i dipendenti del network britannico abbiano mentito e utilizzato documenti falsi per ottenere l'intervista con mia madre, che ha perso la vita a causa di tutto ciò. Hanno inoltre fatto affermazioni oscure e false sulla famiglia reale, che hanno giocato sulle sue paure, alimentando la paranoia, e poi mostrandosi evasivi nel riferire ai media ciò che sapevano dalle indagini interne".
Il principe Harry, invece, con un comunicato ufficiale aveva dichiarato: "A coloro che oggi si sono assunti una qualche forma di responsabilità, grazie per averlo fatto. Questo è il primo passo verso la giustizia e la verità. Eppure ciò che mi preoccupa profondamente è che pratiche come queste, e anche peggiori, siano oggi ancora diffuse".