Verissimo
Il racconto

Gianmarco Tamberi: "Mi sentivo un illuso, dopo l'infortunio nessuno credeva in me"

L'oro nel salto in alto si racconta a Verissimo sabato 18 settembre

L'ascesa e, poi, una caduta dolorosa, fortissima. Gianmarco Tamberi, oro a Tokyo del salto in alto, racconta a Verissimo la sua rivincita e ripercorre gli ultimi cinque anni, in cui, con incredibile grinta, è riuscito a rialzarsi da un infortunio, che sembrava aver messo la parola fine alla sua carriera, e a tornare a gareggiare e a vincere.

"Era il 15 luglio, era l'ultima gara prima delle Olimpiadi di Rio dove mi sarei presentato da protagonista, sembrava tutto perfetto. Qualche mese prima alla mia ragazza avevo proprio chiesto ma cosa ho fatto per essere così fortunato e poi all'improvviso è scomparso tutto. Un salto e mi rompo un legamento della caviglia. Un infortunio terribile per la mia disciplina. In un attimo è tutto scomparso. È stato un momento terribile della mia vita in cui ho pianto tantissimo", racconta Tamberi.

"Ho fatto molta fatica lì e negli anni successivi. Sono stati anni terribili in cui mi sono sentito spesso un illuso. Quello che pretendevo da me era qualcosa di enorme. Mi sono rimesso in gioco con l'obiettivo di vincere l'oro che non ho potuto vincere a Rio. Ci sono stati tanti momenti in cui mi sono guardato allo specchio e ho pensato che forse stavo sognando troppo in grande", aggiunge il campione.

E spiega che dopo quell'infortunio nessuno credeva più in lui: "Vedere l'espressione delle persone che, pur provando rispetto per quello che facevo, avevano poca convinzione. Probabilmente nemmeno io, da esterno, avrei creduto in me".

"È una storia magica, è una storia sportiva che leggerei ogni giorno della mia vita e mi riempie il cuore di gioia esserne protagonista. Ho sofferto tantissimo. Ma in questi cinque anni mi sono sempre ripetuto che dovevo crederci fino alla fine, fino all'ultimo secondo", conclude Tamberi.