È italiano l'uomo più veloce del mondo. Si chiama Marcell Jacobs: 26 anni, tre figli, un rapporto conflittuale con il papà. Jacobs ha scritto la storia alle Olimpiadi di Tokyo, arrivando prima a classificarsi in finale nella categoria dei 100 metri piani e poi a portarsi a casa una medaglia, quella d'oro, nella stessa specialità, con l'incredibile record dei 9"80.
Il traguardo raggiunto con l'amore di sua mamma, Viviana Masini, della compagna Nicole Daza, e il sostegno di una mental coach che ha definito "fondamentale". Marcell Jacobs è nato a El Paso (Texas) il 26 settembre 1994, da mamma italiana e papà statunitense, ex militare.
Mamma e papà si sono conosciuti a Vicenza, poco dopo la nascita di Marcell, il papà è stato trasferito in Corea del Sud, ma Viviana ha deciso di non seguirlo ed è tornata in Italia, stabilendosi a Desenzano del Garda, dove Jacobs è cresciuto.
Ha iniziato a praticare atletica leggera a 10 anni. Il suo primo amore è il salto in lungo. Nel 2013 il suo primo record: ha conquistato la migliore prestazione italiana juniores nel salto in lungo indoor. Da lì inizia il suo percorso in ascesa. Nel 2016 ha realizzato il salto più lungo di sempre per un italiano con 8.48 che però non è stato omologato come record nazionale a causa del vento a favore.
Nel suo percorso non sono mancati momenti difficili, come l'infortunio che ha compromesso la sua partecipazione alle Olimpiadi di Rio nel 2016. Si fa male al bicipite femorale. Una brutta esperienza che però lo porta ad avvicinarsi alla velocità.
La sua vita è stata caratterizzata da un rapporto conflittuale con il padre. "Lo odiavo per essere scomparso", racconta l'uomo più veloce del mondo, come riporta il Corriere della Sera.
"A 18 mesi ero in Italia. Mio padre, da bambino, non lo ricordo. Dal momento in cui con mamma siamo rientrati dal Texas, è cominciata la nostra personalissima sfida a due. A scuola ero in difficoltà. Disegna la tua famiglia, mi diceva la maestra: io avevo solo mia madre da disegnare e ci soffrivo. Chi è tuo papà, mi chiedevano gli amici: non esiste, rispondevo, so a malapena che porto il suo nome. Per anni ho alzato un muro. E quando mio padre provava a contattarmi, me ne fregavo", afferma Jacobs.
"I miei figli sono nati qui. Mi sento italiano in ogni cellula del mio corpo", aggiunge il campione che non parla inglese e nel 2015 ha rinunciato alla cittadinanza statunitense scegliendo di avere solo quella italiana.
Oggi ha migliorato il rapporto con il papà. E afferma, senza timore, che la vittoria del campione è stata prima di tutto la vittoria di un uomo che ha fatto pace con i suoi demoni. "Ho incontrato una brava mental coach, Nicoletta Romanazzi, che è entrata nel mio team insieme al mio storico allenatore Paolo Camossi. Con lei ho accettato di lavorare in profondità sulle mie paure e sui miei fantasmi. Non è stato facile. Il lavoro psicologico è iniziato a settembre dell’anno scorso e in sei mesi ho ottenuto un oro europeo indoor, il 9”95 di Savona, i tre record italiani ai Giochi e l’oro olimpico in 9”80".
Accanto all'amore della mamma, che l'ha sostenuto in tutto il suo percorso, si è aggiunto dal 2018 quello della compagna Nicole Daza, con cui ha due figli, Anthony e Meghan. "Un'emozione unica. I bambini erano con me davanti alla tv. Nostro figlio più grande continuava a urlare papà, papà, mentre la piccolina ha pochi mesi e ancora non capisce, ma ci siamo goduti tutti insieme questo momento", ha raccontato Nicole in collegamento con Morning News.
Jacobs ha anche un altro figlio, Jeremy, nato da una relazione precedente quando il campione aveva 19 anni.