Verissimo
IL PROCESSO

Michele Bravi patteggia 18 mesi per omicidio stradale

Si conclude il processo per l'incidente nel quale nel novembre 2018 era morta una donna: il Gup di Milano ha ratificato il patteggiamento con la sospensione e la non menzione della pena nel casellario giudiziale

Michele Bravi, accusato di omicidio stradale per l'incidente del 22 novembre 2018 in cui perse la vita una donna (era in sella a una moto), ha patteggiato 18 mesi con la sospensione e la non menzione della pena nel casellario giudiziale. Il patteggiamento era stato chiesto mesi fa dalla sua difesa, dopo il rito abbrevviato, ed è stato accolto e ratificato oggi dal giudice.

Non è entrata nel procedimento, dopo alcune osservazioni della difesa, l'Associazione familiari vittime della strada che aveva chiesto di essere parte civile. Per il cantante, 25 anni, si chiude - almeno legalmente - una dolorosa vicenda: "Dopo l'incidente non riuscivo più a sentire gli altri. Ero semplicemente da un’altra parte, avevo perso aderenza con il reale", aveva rraccontato Bravi nella sua ultima intervista a Verissimo (nel video sotto).

Cresciuto con la musica, il cantante per un lungo periodo ha sentito solo il silenzio: "Abituarsi all’assenza di suono per me, che ho sempre raccontato quello che vivevo attraverso la musica, è stato molto difficile". A uscire dal tunnel lo ha aiutato la psicoterapia, e in particolare il metodo terapeutico EMDR.

"Quando succede qualcosa di così traumatico non si può pensare di uscirne da soli. L’amore non basta. Serve un percorso terapeutico e farsi aiutare per trovare il coraggio di affrontare la situazione con uno specialista. Ho seguito un metodo clinico per il trattamento dei grandi traumi, l'EMDR, che mi ha salvato e mi ha fatto tornare a parlare e a sentire".